Ho ritrovato la mia casa da bambino

Riconosco ogni angolo, ogni oggetto

Li tengo in mano, ne sento l’odore 

L’orario dei treni, la Garzantina, i Lanciostory

La camera bianca e azzurra con mio fratello piccolo

Poi è cresciuto parecchio

The Wall, Heavy Metal

Il Rocky Horror e il deodorante Nordica

Lo stereo ganzo con le poltrone blu dismesse dallo Skylab

Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo

Il Giulio, già amico per la vita

Il tavolo di vetro, le sedie di acciaio

La moquette e la carta da parati

L’ingresso scuro con quell’appendiabiti del cazzo

Le racchette e le palle da tennis

I lampadari improbabili con le gocce che si rompevano sempre

Le mie stampe, i miei libri, le mie Pentax

Il diariolinus 83, il casco Nava 

Il divano di pelle nera 

Le poltrone di pelle nera 

I mobili bianchi e neri

La tv a colori Philips Caravaggio

L‘ Iliana

Il Doro 

C’era anche sua madre all’epoca 

Poi per fortuna è morta

La ciotola d’acciaio del cane ce l’ho ancora

Anche il servito buono di piatti ce l’ho ancora

Ma lo tengo nascosto

È solo una stupida casa anni ottanta

Ma era la mia casa

E sarà la prima cosa che cercherò 

Dopo che sarò morto

(liberamente ispirato da Ritorno a casa-Afterhours)

Il Giovenco