

31 dicembre 2022, da qualche parte sulla Terra
Son vent’anni che sei ito, son vent’anni che non sei più tra noi.
Noi cioè io, il Cialdo, il Mozzo, Mauri, il Gosto, Dario e tutti gli altri che ti hanno vissuto.
Però oggi parliamo solo di noi sei, che abbiamo percorso e ancora stiamo percorrendo un pezzo di vita assieme.
Con coraggio -perché si deve- e con leggerezza -perché si può-, ma con anche il senso di colpa di esserti sopravvissuti o di averti rubato qualcosa che ti apparteneva (perlomeno io questo ho sempre provato),
in questi corti anni -il tempo è una cosa che facilmente ti scappa di mano- in realtà non sei mai andato via, sei sempre stato saldamente nei nostri pensieri e si sa, finché c’è qualcuno che ci ricorda non si è mai morti veramente.
Senti qua, il Cialdo è stato anche direttore di banca, ha due figlioli che lo fanno dannare e ora ha pure un cane, ma quello è adottato.
Il Mozzo ha un paio di figlioli o tre anche lui, sta bene, cerca sempre di fare cose nuove per non cadere nella routine. Pare anche che ora si lavi regolarmente, in memoria di sua madre, povera donna.
Mauri ce l’ha fatta, è diventato professore ordinario -è pure bravo sai- si è riprodotto anche lui in duplice copia, ci sentiamo ogni anno per brindare a te e ci ripromettiamo ogni volta di vederci, prima o poi ci si fa.
Il Gosto alla fine è il più ganzo di tutti, si è reinventato birraio e vince premi da tutte le parti. Ci becchiamo regolarmente ai concerti, vedrai che il prossimo maggio ci ritroveremo insieme nel pit di Bruce a Ferrara.
Walk tall, or don’t walk at all*
Dario ha ancora grandi idee che poi regolarmente gli vengono fottute, ma non demorde. Non demorde neanche nella riproduzione, è arrivato a quattro per cui lui non avrà bisogno di badanti, tra qualche anno.
Poi ci sono io, che faccio il tuo stesso lavoro -ma lo sai, ci siamo conosciuti a Pisa in Università- con ancora più passione di quando cominciammo.
Non mi sono riprodotto (ci han pensato già gli altri, anche per te), ho fatto qualche casino come tutti e alla fine sto bene dove sto.
Sono un ragazzo fortunato**

Fra’, ma ti ricordi quando arrivasti a casa nostra in via Favilli a piangere e sfogarti perché era improvvisamente morto il tuo babbo, tu eri lontano da casa e ti disperavi perché avevi troppe cose rimaste in sospeso con lui e non avresti più potuto recuperare alcunché?
Ecco, sappi che quel momento l’ho fatto mio, da allora mi sei sempre risuonato in testa e con mio padre sono riuscito ad appianare tutto.
E questo grazie a te. Pensa, pochi giorni prima che se ne andasse, improvvisamente come il tuo, l’ho anche abbracciato. Poi gli ho fatto una sorpresa, ma questa è un’altra storia.
Per questo e per un sacco di altri motivi ti sarò sempre grato di essermi stato amico, di esserci anche quando non ci sei.
Non so se la tua mamma sia sempre con noi, la dolce Josette, così madre e così (s)fortunata con i figli, che vi ha avuti ma per troppo poco, così come ho perso i contatti con Isabella, nel senso che non la sento da tanto. E tu?
tu come stai?
non è cambiato niente no
il vento non è mai passato tra di noi
tu come stai
non è accaduto niente no
il tempo non ci ha mai perduto
come stai?
tu come stai?***
Isabella, che ti ha sopportato a lungo, e tanto basta. Testone che non sei altro.
Ma siamo tutti testoni, in un modo o nell’altro. Non saremmo noi, no?
Chissà, in questi venti anni magari avresti anche tu prodotto dei Franchini o delle Franchine , sarebbe stato ganzo, e ci saremmo visti tante volte de visu invece che nei nostri pensieri, ma forse ci siamo visti anche di più così.
Perché è andata così, ma continua ad andare.
Ciao Franco, hai insegnato agli angeli a … no via, questo non si può dire.
Sei con noi da sempre e per sempre
I tuoi Amici C, S, E, M, M, D

PS in realtà questa cosa l’ho scritta per me, perché tutto quello che ti ho scritto già lo sai. Prendilo come un ripasso, va’.
* B. Springsteen – New York city serenade
** Jovanotti – Ragazzo Fortunato
*** C. Baglioni – E tu come stai?